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non puoi toccarti se sei omofobico - zona mc lyrics

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sono chiuso nella coscienza della chiusura della coscienza in un solo corpo e della conseguente struttura asintotica della comprensione

taccio per pochi secondi lasciandoti il tempo per mettere insieme i pezzi, puro autocompiacimento concettuale e se non lo consideriamo necessariamente un male magari ne apprezziamo i mezzi, c’è chi lo fa con l’auto nuova, chi con la nuova morosa se regge al test delle curve come un auto nuova, chi con il suo aspetto, come la morosa che sa ed accetta di essere solo un auto nuova, chi col “chi col” come me che aspetto, non ho la patente

la forma dei miei pezzi richiederà queste pause finché avrò la volontà di sfidare la tua capacità di comprensione, causa della velocità di ogni mia composizione la quale richiede un contachilometri come.. come cosa? dai che hai capito! come forse hai capito che sono una persona insicura e che la quant-tà di promozione dei miei cd di cui ho bisogno è inversamente proporzionale alla mia indipendenza etica poiché non faccio sentire i miei cd per amore del prossimo ma per ricever conferme. me le vuoi dare anche stavolta? medita

ora che mi sono smascherato temi che non ti possa piacere il resto del cd? solo se il tuo fine è la suspense conoscere l’ident-tà dell’-ss-ssino prima della visione rovina la degustazione di un film, inoltre non esiste smascheramento definitivo in quanto io cambio e ogni conoscenza esemplifica e più la mia vanità si limita rivelandosi in un autocritica più si amplifica. il punto è che tu mi chiedi se è per me o per gli altri che scrivo ogni mia rima, ora so che in ogni caso il fine è comunque la mia autostima, quindi cosa cambia? resto un birro, ma forse sto cadendo nel concetto di onestà e coerenza con il background che ha reso gli mc orgogliosi delle loro abitudini più grezze, mentre io sono giunto alla necessità di applicarlo al di là di una totale sincerità perché nessun mare in cui tutti posson nuotare è limpido e si sporca di gossip e perché se la musica in media esprime l’inesprimibile i miei testi esprimono l’esprimibile quindi i miei problemi più grossi restano dentro di me o comunque per me e per quelli che seleziono direttamente, ma quando comunicare serve solo a dare una forma per rielaborare linguisticamente posso anche ripetere a voce alta da solo, autonomamente

se ti stai chiedendo cosa c’entra tutto questo col t-tolo sappi che è scelto volontariamente incoerente come ogni riflessione che non ha niente a che fare col tema iniziale ed è inserita in un pezzo per renderlo più lungo in modo che lo si ascolti solo quando si ha veramente voglia di ascoltare, sennò la comprensione viene male o non viene per niente, ma di sicuro fuori dal contesto musicale devo ancora imparare a parlare lentamente

questa trovata delle pause non è granché originale, infatti crea solo suspense e un pretesto, tanto so che a molti resta solo il beat quando interrompo il testo o che chi vuole davvero comprendermi si crea autonomamente le sue pause dopo il pezzo o durante tramite l’omonimo tasto. vuoi un break? spezza con chi cazzo sarà interessato a ‘sti miei viaggi? e perché non li espongo in modo più esteso e meticoloso tramite dei saggi? forse perché i testi accademici a volte ci rendono dei pagliacci che fanno ridere proprio per la pretesa di scientificità; io almeno sono un pagliaccio e mi piaccio cosi e nel 2000 uno dei ruoli che somiglia più al buffone è l’mc. so che ogni teoria rivela soprattutto il motivo per il quale è stata creata come questa pagliacciata nata giocando con gli schemi che ipotizzo applicabili al mio operato, forse per una paura inconscia di essere giudicato come quando ho paura di non essere eccitante ma schivo lo specchio dell’autostima estetica che in un istante si sublima nell’autostima di un’etica danzante. quindi il problema è nel rapporto col mio corpo che scordo cercando il centro dell’attenzione in ogni mio rapporto. potrei elencarti diversi ipotetici traumi infantili che mi hanno formato in p-ssato, come il ruolo di cantante princ-p-le che al concerto delle elementari mi è stato negato, o quello di protagonista nel teatrino dell’asilo, si lo posso considerare ma come ogni dato, ovvero immerso in un mare di cause casuali delle quali ho sondato solo minime percentuali, quindi ogni auto-n-lisi deforma necessariamente, mi tolgo maschere cercando il volto sottostante ma questa metafora pretende una verità coerente dove c’è solamente un contingente intreccio di pulsioni, posso solo crearmi una maschera coerente in un testo come questo ma essendo ingenuo ed onesto poi vorrò sentirmi all’altezza di quella maschera non solo nell’arte ma anche nel resto, quindi sono un commediante nell’arte e l’imitazione di quel commediante nella vita restante

ho pezzi peripatetici: non aristotelici ma per – i – patetici

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