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vivo o morto - urah lyrics

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forse andava bene, forse troppo, oppure no
forse era finito già da un po’, forse no
forse non finisce mai, qualcosa resta limpido
mi limito a pensarlo per sentirmi meno libero

era un giorno di sole, giornata tremenda, dove il cuore duole
pessima scelta
ho provato a smettere mentre stavo a terra
tu mi guardavi distante, ogni istante era guerra

ma ricordo il tuo viso come fossi qui davanti
occhi lucidi, come due diamanti
ma non siamo più amanti, dimentichiamoci
salutiamoci come fossimo solo due passanti

il tempo passa, ma non passa mai il fremito che nemmeno quest’erba che fumo frena ogni mio gemito
so che spesso sono gelido, un nemico acerrimo, guardiamoci come manco ci piacessimo

la concessione del pensiero è spesso ciò che mi possiede
sono dietro un velo scuro ma qualcosa s’intravede
assaggio il mio dolore, più lo sento e più mi piace
sono dentro gli occhi nello sguardo di chi tace

qua chi giace è un uomo morto, il corpo è ancora caldo
l’estate sta passando ma soltanto il mare è calmo
ancora stento a crederci, puoi crederci, se mi parlan di te, sparo cattiverie come un m16
il tempo passa, rilassa, la ganja cosa classica
mi salva da una giornata storta non basta
la mano trema, la testa sbattila
le ferite curano ogni mia scelta drastica

son confezionato ispezionato da comizi vari
riconfezionato, mescolato fra dei tizi ignari
vomito parole perché mangiando dizionari
per scrivere rime su ‘sti temi personali

vivo su un pianeta con mille persone ostili
veni vidi vici, ma qui vidi solo vili, inclini
a mostri e affini, mani tese sopra i fili, che manipolano l’ego come fossimo burattini

donne ugual problema, tradizione
tutto sommato non mi servirà un teorema
svolgo questa operazione
io ne scopo un altra e penso ancora a quella scema, che un po’ l’amo, un poco l’odio e infatti non si spiega

ne trovo un altra ed esco, ecco la conosco appena
che già un po’ io stesso mi conosco a malapena
questa mi darà una pena, prenditi un momento
uno spavento, ci resto di sasso e sgomento

ma poi sei tornata tu, non te n’eri mai andata sei un tabù
resti qua non vai via, non per pietà, tu resti mia
sono spesso preso da quest’apatia
lo spessore del mio ego pare più una malattia
ma il tempo passa, stressa, la ganja cosa classica, non basta, mi stringe
una morsa, una matassa
collassa su di me
non respiro dalla cassa
la mano trema, pistola carica

ho concesso il mio pensiero e davanti a me esso siede
sono sotto un velo bianco ma qualcosa s’intravede
non sento più il dolore , se lo assaggio non mi piace
son davanti ai vostri occhi e tutto il mondo adesso tace

qua chi giace è un uomo morto, il suo corpo è adesso è freddo
l’inverno sta arrivando alle porte dell’inferno
ancora stenti a crederci, puoi crederci, quando parlerai di me, userai testi poetici

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