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tempesta - semicronici lyrics

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[axiom]
un’altra pagina di un libro con i fogli bianchi
ora non so cosa mi manchi, però ho gli occhi stanchi
e lungo i fianchi sono scritti i desideri miei compianti
me li sono tatuati, perché sono marchiati sopra i contanti
sono pezzi di me, pezzi di tanti individui
che divido tra quei tagli ma che spendo contigui
ché mi spengo, ora che mi stendo mi assimili
a nuotare nelle sabbie mobili dei miei consimili
cadendo, poco a poco estendo come un diplodoco
m’interessa poco di quello che avviene dopo
in quanto se non mi convince la tua spiegazione
questa selezione di delitti ricadrà sulla mia situazione

[h*ll’o’him]
in quеsta mia tensione a volte scrivo capovеrsi
e se ci presti più attenzione parlano di sogni persi
tali sogni mostrano impietosi tutti i vari giorni
trascorsi nella miseria, tutti uguali ma in fondo diversi
trent’anni aspersi nell’olio dell’odio
sono un orologio collegato ad un detonatore
basterà soltanto un altro episodio
per l’ultimo ticchettio col peso di tutte le ore

[axiom]
tutti minuti inutili che mangio come fossero quei pasti
che utilizzo per smorzare e per spezzare il tempo
tento di dissimulare il fatto che temporeggiare
implica di fatto che sono ciò che contemplo
genero scontento che rimbalza dagli specchi
come scrivere peplum fatti di linguaggi vecchi
come rami secchi portati allo spezzamento
o come tutte le altre cose che ora non vengono in mente
[h*ll’o’him]
ed ogni mese segue lento quello precedente
eppure se ci penso nel ricordo lo ricopro di luce splendente
strano che se passo tra la gente
io noti facce contente di trascorrere una vita incoerente
ma non lo accetto, l’universo mi ha donato un intelletto
quindi scusami se non voglio mancargli di rispetto
non mi aspetto compassione, solo quest’unione
tra dolore e noia, dice schopenhauer, causa oscillazione

[axiom]
da un lato all’altro con lo sguardo bidirezionale
sono le sinapsi che dirigono uno spazio tale
da sgombrare le larghe vedute, non mi devo accontentare
di poter addormentare forze sconosciute
avute e mai vissute, false come le f*rs* mute
che rigettano solamente le mie stesse vedute
sotto questa cute sento acute le mie idee tessute
solo per le idee più comode ma senza acume

[h*ll’o’him]
un pianeta in coma mi circonda e non si sveglia
mentre sua figlia veglia sopra i resti e non è degna
di ascoltare il verbo amaro scritto nelle bare vuote
di chi regna, ne porta al polso la sua nera insegna
disegnami dentro un nuovo mondo, più vivo
il mio fato lascivo potrà esser redivivo nell’ulivo
cento rami accarezzano il mio viso
furtivo cercherò il paradiso, ti avviso
[axiom]
il futuro non mi ha arriso, non me l’ha detto neanche viso a viso
ma ti avviso, sono pr*nto a rimanerci ucciso
se fino ad oggi questo palco in cartapesta mi ha deriso
che cosa dovrei pensare del tuo piantoriso?
so solamente che è da tempo che lo somatizzo
al punto da prendere forza e diventare un vizio
ma a un certo punto tutto ciò che ti devasta
si fa schema quando vedi che collassa, e basta

[h*ll’o’him]
carcassa di un attimo fuggente, ne sono dipendente
so che però mi mente e annaspo
ammazzo l’ammasso del mio tempo
scontento mi rivelo nell’incendio di un momento, e mi spengo
un andirivieni di occasioni succose ma false
tenta di tenermi prigioniero di vane speranze
poco conta che le mie speranze già siano ben sc*rs*
come darmi torto se ogni giorno tu cambi sembianze
eppure, nolente immerso tra mille sciagure non mi arrendo
ci sputo sopra queste seccature
non potrei fare altrimenti neppure volendo
fingendo che vada tutto bene mi abbasso la scure

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