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voce di seta - murubutu lyrics

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[testo di “voce di seta”]

[ritornello]
spero piova per tutta la sera
forse ancora diecimila notti
il tuo sorriso è come una moneta
che risuona nel fondo degli occhi
canta per me con la tua voce in seta, dai
che mi trasporta verso nuovi mondi
ogni canzone sgorga da una crepa
cantala ancora diecimila volte
[strofa 1]
lei non aveva niente, giunta a piedi in mezzo ai rami
lei padrona solamente di due immensi occhi languidi
arrivò che era già sera in quel locale in mezzo ai campi
in cerca di una voce nera che cantasse pеr i bianchi
quando lui la vide, lui colse le formе e lo stile, la voce sublime
di fronte alla porta là sotto la pioggia una notte d’aprile
tra gli occhi una goccia, negli occhi una torcia, nelle ossa una forza
e quando lui disse “dai, forza, ora prova” e rise, sorrise felice
mary, sì, con gli occhi perla, immersa nella nube densa
dalla bocca verso il tetto sale la sua voce splendida
e nel locale tutti attenti a ogni sua nota aperta e intensa
così bella e stupenda sul pezzo, rendeva ogni orchestra superba superflua

[ritornello]
spero piova per tutta la sera
la tua voce tingerà le gocce (ah)
salirà questa tua voce nera
mentre la pioggia suona il pianoforte (ah)
e ogni volta che canti, ogni volta tu incanti
ogni volta ogni sguardo è per te
qui sia neri che bianchi, sempre stesso sangue
ogni volta ti volti e mi guardi perché
mh, senti i battiti miei*ei*ei*ei
come passi in deelay*ay*ay*ay
passi dentro di me, ehi, ehi, ehi
la tua musica [?]
[strofa 2]
[?] perlopiù figlio dei suoi tempi ottusi
un amante del buon blues ma con pregiudizi infusi
i dogmi della schiavitù, no, non li aveva mai discussi
e non credeva nei tabù ma non li aveva mai elusi
quando mary cantava ogni nota volava, ammaliava la sala
cantava una trama di storie di schiavi, di fame e di strada
una storia che passava da*da*dalla baia all’alabama
entrando dentro ai cuori impuri e aprendo gli occhi sui soprusi
e col tempo mary affinava lo stile, aumentava le file
la fama cresceva, chiunque veniva a sentire le note divine
cresceva anche l’odio, le mire, il covo di bisce, il coro di lì
“che la zulù non canti più quel blues da [?]”
ma lui era il primo fan, vero fan fra tutti gli altri
a capo del suo primo palco, adesso sotto a tutti i palchi
“forse non ti parrà vero” disse un giorno inginocchiandosi
“io non posso fare a mano di ascoltarti e innamorarmi”
lei escluse nel sorriso come il giorno in mezzo ai lampi
quando la pioggia d’aprile scoccò gocce dai suoi archi
“finché canto le canzoni vado bene per i bianchi
ma al contrario di ‘sti suoni è vietato mescolarci”
e “mary, ascolta, bianco o nero, non importa, vuoi sposarmi?
soli contro il mondo intero, forse ci vorranno anni
siamo i primi, questo è vero, è il tempo che ‘sto tempo cambi
perché il nostro amore vero sarà esempio anche per gli altri”
[ritornello]
spero piova per tutta la sera
la tua voce tingerà le gocce (ah)
salirà questa tua voce nera
mentre la pioggia suona il pianoforte (ah)
e ogni volta che canti, ogni volta tu incanti
ogni volta ogni sguardo è per te
qui sia neri che bianchi, sempre stesso sangue
ogni volta ti volti e mi guardi perché
mh, senti i battiti miei*ei*ei*ei
come passi in deelay*ay*ay*ay
passi dentro di me, ehi, ehi, ehi
lei disse “sotto un cuore sono [?]
e da quando sei [?]”
“non sono più lo stesso
sai, sei tu che sai di me
non pensare sia l’inverso”

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