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storie - michael the skillerz lyrics

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marco, prende le chiavi sale sull’auto
come tutti i giorni pure oggi
che è un giorno come un altro
nel timido mattino un sole pallido
nei primi giorni di un giovane maggio
mentre fai pugni col destino e i suoi disegni
oggi quello che viene lo cogli
vivi la vita alla sua corte, ti spingi oltre la coltre
negli occhi ancora polvere di sogni
si va veloce in autostrada, preme sul pedale
lei che lo aspetta lui che vola
che non vede l’ora di arrivare
poi una manovra sbagliata prova a frenarе
si chiude la gola a two hundred all’ora comincia a sbandare
sеnza più niente da fare, marco capisce che è tardi
vede la vita passargli davanti
le sue conquiste e i suoi rimpianti
mentre cade come un petalo di fiore
nel fiore degli anni
per il muro che gli si para davanti
perde il controllo dell’auto
si tiene forte ed aspetta solo lo schianto
dopo la morte lo avvolge dentro il suo manto
marco non vedrá il domani
è solo un altra vita spezzata sopra una lacrima d’asfalto
la morte arriva celere
come in un attimo fuggente
un secondo prima sei parte del mondo
un secondo dopo non sei niente
sei solo cenere

non voglio lasciarti…
non sono pr*nto
voglio vedere i tuoi occhi ancora una volta

irene aveva gli occhi chiari
accesi di un azzurro cielo
dietro al velo degli occhiali
al mondo b*ttava colore
col vento sempre a favore
sembrava avere le ali
irene gazza ladra
ti ruba l’anima con un sorriso che contagia
felicità che non è stata fermata
neanche da un padre assente o una madre sempre ubriaca
irene vita pura

anima bella
cerca l’amore lo vuole
dopo lo afferra
ma molto presto l’amore diventa guerra
più niente è come prima
sorriso spento alla finestra mentre resta china
quell’uomo che prima l’amava ora la mena e non c’è medicina
che può curare il tuo sistema ne la tua autostima
e quelle botte sulla schiena sono niente
solo una brutta scena come ad hiroshima
restano solo i pianti
in mezzo a tutti quei perché che ti domandi
vittime di uomini arroganti
che mangiano le amanti come mantidi
lasciando lividi neri con guanti bianchi
irene gioia spenta
in un mare di tristezza
che dall´amore ha trovato solo violenza
per le mani di un uomo che la disprezza
ora da alla luce della luna l´unica sua essenza
ma senza piú nessuna salvezza

ho dovuto spezzarmi per sentirmi libera…
e ora che sono libera mi sento vuota

franco da tempo sta male
sorride di un sorriso scettico nel bianco asettico dell’ospedale
negli occhi la disillusione di una vita che non chiede scusa
ma ti abusa, ti prova a spezzare
da quanto tempo sta chiuso non vede le stelle
un esistenza passata in sedia a rotelle
sul corpo quelle cicatrici che sono un ricordo macabro
un sadico disegno sulla pelle
franco ora é stanco
non vuole andare oltre
ha dato troppo ad una vita che ha chiuso le porte
ora rimane nelle coltre
restato senza sogni
negli occhi è rimasta solo la polvere
franco odia il tempo
perché gli manca
la rabbia cresce come un cancro dentro
mentre lo mangia
restare in vita ora è diventato il suo mantra
ma non è vita vissuta dentro una gabbia
cosi una sera la decisione finale
lascia la sedia e strisciando sale le scale
raggiunge quel balcone e
con le poche forze dalle corde
si vuole arrampicare
franco non si guarda attorno
si tira deciso mentre col viso
manda un ultimo saluto al mondo
per ogni secondo di un calvario che è diventato un incubo
franco si lancia e prende il volo col sorriso
di chi è finalmente libero
addio

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