pangea - marco sirma lyrics
[testo di “pangea”]
[strofa 1]
ti risvegli all’improvviso
come se qualcuno t’avesse scrollato i sogni dal viso
e vorrei saperlo fare io
ma temo almeno questo io debba lasciarlo a dio
e il nostro rigirarci in pomeriggi pigri
è come il corpo dei giganti sotto il pelo del mondo
e quando il suolo si trasforma, cerchiamo appigli
poi abbandoni il letto e tremo: terremoto
ed esci nuda o quasi, i capelli arruffati, e
accanto a me un cratere freddo: antartide
neanche metto a fuoco sei già in corridoio
seguendo la tua strada, judoka nel dojo
e mi sento così mogio che quasi precipito
mentre la pioggia fuori minaccia e non cade
colo sul pendio più ripido del mondo
scendo a valle e ancora giù: ade
[ritornello 1]
dove vai? cosa fai?
se rimani qui non ci avranno mai
danzando sotto le coperte costruiamo mondi
sussurrandoci l’un l’altra parole dolci
e fuori sai c’è un cielo grigio, mi sento uggioso
un pomeriggio così pigro, è meraviglioso
ma se te ne vai e mi lasci solo
fai come il sole a capodanno al polo nord
[strofa 2]
non l’ho capita questa cosa dei sacrifici
chi dice che per realizzarti devi fare figli
e certe volte non capisco cosa dici
mi sento così scemo, sai, vorrei riuscirci
sotto la crosta in movimento c’è massa viva
il nostro letto oggi è un’isola, domani chissà?
e tutto intorno c’è un oceano di piedi freddi
e tu che fai? ti alzi e nemmeno mi aspetti?
già ti sento di là, trafficare in cucina
e ti misceli ai rumori della città grigia
che chissà dove ti porterà?, oh!
chissà se un giorno lasceremo dietro il caos?
con te le incomprensioni sono così strane
ed è per questo che non voglio evitarle mai
non so dove andranno le nostre strade
però ci penso spesso sai?
[ritornello 2]
dove vai? perché mai?
perché non resti qui a raggirare i guai?
nascosti sotto la trapunta ad evitare i mostri
sussurrandoci l’un l’altra i nostri scopi
e fuori sai c’è un cielo grigio, mi sento uggioso
un pomeriggio così pigro, è meraviglioso
ma se non te ne vai e rimani qui
fai come il sole a capodanno al polo sud
[outro]
e allora aspetto ancora un poco, resto in apnea
che tanto fuori, lo so, non c’è niente per me
un astronauta disilluso nella via lattea spera
però sempre senza muoversi da sotto il plaid
e poi un profumo pungente nell’atmosfera
e in un attimo dal niente cambio idea
e si ricrea la pangea quando torni te
qui sul letto, nelle mani hai due tazzine di caffè
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