vulnerabile - karrol nano lyrics
intro
non lo so.. è un fatto così semplice ma mi vien difficile da spiegare
perché forse mi offende pensarlo e quindi mi fa male dirlo..
non lo so, non lo so, non lo so…
strofa 1
sogno di cambiare il mondo con una canzone, il tormentone che ai posti poveri fa don*z*one. non chiedo il cielo ma un amico, la comprensione, lo vedo il velo tra il che dico e le persone, ma per sfondare dove devo andare? che cosa devo fare?
ho un mare di pare, non so nuotare, il mio modo di rеmare è rimare, gridare е sperare si possa ritrovare un qualcuno con cui possa parlare
sono bloccato qui, tocca molare se no sfratto, mantengo mia madre, ove son nato o armato o ammazzato ero predestinato, oggi n’impiegato diplomato in un nuovo stato, le devo un palazzo non la mollo, col cazzo!
non m’imbarazzo è orrendo come mi sento, solo e spento, non riesco a dir che mi sta succedendo. ad ogni passo il pavimento sembra stia cedendo, crescendo dove me ne fregavo ora mi offendo
ritornello
di chi mi fido se son tutti buoni?
non m’ escono le emozioni
non esco e m’ invento i suoni
non sono chi presupponi
son costretto ad esser contento
quando in realtà dentro mi sento
vulnerabile… vulnerabile!
vulnerabile… vulnerabile!
meno parlo mentre più penso
copre tutto un sorriso immenso
strofa 2
con me è cupo mio fratello, in me era luce è buio
non mi parla da anni, mezzo metro tra il mio letto e il suo
quindi pa pa patisco il muso, ciò mi ha reso un po’ ottuso e un illuso, mi scuso mi scuso, ti curo e assicuro, giuro, finché non viene giù il muro son pane multiuso e confuso se mi vuoi bene o ne fai abuso
per favore resta con me dopo la tempesta varranno oro le gesta, festa mi fai in testa questa realtà lo detesta
mi ricordo il don ci imprestava ‘na casa e ci pressava ma manco s’assestava, cazzo gli interessava tanto “dove altro vanno?” pensava, allora ci stressava e in giro non lo confessava. non cessa la ho impressa sta voglia, è una staedler che il mio cuore interseca, compressa la mia paura complessata calpestata da un ieri ladro e l’oggi bugiardo. in ogni quadro guardo non mai è arrestata la fame, non bussavo davo una testata. che mano tempestata di idee, impaziente di mangiarmi il continente mentre i miei coetanei non vogliono fare niente, che sfiga è sta qua?
più uno soffre e più è una persona forte? nasci come vita offre e non puoi credere alla sorte
oh mia cara notte, salvami dalle mie stesse note
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preritornello
non è facile lottare vulnerabile
dov’è l’ altro me che sorride in qualunque se?
ritornello
di chi mi fido se son tutti buoni?
non m’ escono le emozioni
non esco e m’ invento i suoni
non sono chi presupponi
son costretto ad esser contento
quando in realtà dentro mi sentooo
vulnerabile… vulnerabile!
vulnerabile… vulnerabile!
meno parlo mentre più penso, copre tutto un sorriso immenso
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