eraserhead 2 - john princekin lyrics
[strofa]
e yo, sbuffa la città meccanica nella truffa della noia
cartoonia coi miei sogni sciolti in salamoia
fino all’ultima cartuccia, gambe inchiodate al pubblico
bocche sigillate al caldo dell’estate umido
sopra il pulpito un altro suddito
avverte che il padrone vuole sempre tutto e subito
dubito possa vedere queste ossa rotte
dall’alto dei suoi grattacieli che trafiggono la notte
ma quaggiù un altro stato è un altro prato
ingiallito dai laghi di percolato
chi l’ha sperimentato ruba
non gli resta che direzionarsi dove avrà avvistato vie di fuga
senza alcun rimorso a cui volgersi
perché la corrente segue sempre il corso nonostante i vortici
perché l’uomo è un corpo che potete incatenare
ma fin quando non è morto c’ha il diritto di sognare
altro che fabbriche, tramonti sopra le rapide
anime sparate dal centro di una piramide
strade arabiche, grotte di rocce laviche
vento sulle poppe di flotte transoceaniche
una libertà di cui non siamo il giudice
eppure eccola là, oltre ‘ste finestre sudicie
riverberata sulle nostre macchine seriali
sulle nostre scrivanie, sopra i nostri calendari
stufi di ripetere ‘sto mantra
imbottigliati nello stesso ingorgo iniziato nei ’60
dirimpetto al solito semaforo che non so come
ogni volta che ritardo si colora d’arancione
in bagno a guardarti allo specchio ossuto
ammira la persona più -ssente che tu abbia conosciuto
stanco, tenti di dimenticarlo
ma rimarrà come l’alone di un quadro su un muro bianco
in bilico, certe notti il mondo è così libero
nel mitico riflesso di vita dello zodiaco
tipico d’aquile senza meta nel ripido
volo verso creta nel cielo di ferro liquido
e ti arrendi, di questi tempi va a finire che comprendi
che per stare bene è meglio se ti vendi
ok senti, a chi menti? per quanto prendi
non ricompri la vita con gli stipendi
ornati di futilità in città incantati
incartati fra muri incrostati e due prati segati
per carità grati della libertà a strati ma per parità
il vostro egoismo vi sotterrerà
l’anima, con affissioni nel vostro viso
in depressioni da barometro impazzito
il subconscio che v’afferrerà con la sua mano
vi insegnerà cosa non può essere un essere umano
una libertà di cui non siamo il giudice
eppure eccola là oltre ‘ste finestre sudicie
riverberata sulle nostre macchine seriali
sulle nostre scrivanie, sopra i nostri calendari
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