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zerocinque - dubzenstep lyrics

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zerocinque
a metà tra numero zero e numero uno
un tipo sinistro di poche parole che non si filava nessuno
dimmi cosa c’è di bello ad essere me?
io sto da solo isolato
in un mondo malato del cazzo in cui sono il re
(capito fratè?)

spalanca i suoi occhi, si fa un’altra pista
digrigna i suoi denti sua madre è una tossica il padre alcolista
se va fuori casa è per fare provvista
ricorda di quando in cucina suo padre picchiava
sua madre gridava
e lui stava fermo un angolo in ombra
piangeva e ascoltava tra lacrime e bava

l’infanzia p-ssata rinchiuso dentro una topaia
senza caldaia
abusi mentali e carnali
catene, frustate e rosari
dentro la legnaia
a scuola era zitto
troppo distratto mirava il soffito
sognando una corda e il suo corpo gelato che pende dall’alto
il sogno proibito

il verme che cresce ogni giorno
vita in funzione del p-rno
zero che fighe che danno il buon giorno
fazzolettini ripieni di sborra attorno
dimmi cosa c’è di bello ad essere me?
le voci che sento mi dicono prova qualcosa di nuovo e non so il perchè

si chiede spesso “qual’è il prezzo della felicità?”
dopo i decenni p-ssati nell’oscurità in quella fottuta città
e’ una sera d’ottobre, è seduto in un pub
in testa qualcosa non va
le macabre voglie, la sessualità
il lato più oscuro della libertà

la prima è stata strana, molto moltro strana
una tipa carina cubana, lui pensa se vado a parlarle mi sbrana
zerocinque introverso, la segue in un vicolo semi deserto
in cerca di un bacio la prende dal braccio l’amore inesperto il volto scoperto

la pelle liscia senza mezza ruga
lei tenta la fuga
le si avvinghia tipo sanguisuga
il bacio di giuda
poi tutto va fuori controllo
la sua schiena suda
le mani sul collo
prima muore
dopo la denuda

tra numero zero e numero uno
mr. nessuno carnefice tipo profumo
seziona e divora quel corpo nel modo opportuno

arde come marte poi si blocca ma riparte
fame di materia umana
brama nera quotidiana
animo nero come il cielo che io vedo quando predo
rosso vero
come i morti che la notte mi concedo

consapevole del rischio
girovago f-go cito
cito i demoni del rito
poi divoro a capofitto
non so bene se
gioisco o se patisco
il punto di fusione tra
hannibal e gesu cristo

un tipo sinistro
che non si filava nessuno
nel freezer i resti dei corpi appezzati per evitar giorni a digiuno
l’autoconsumo

lontano dai pettegolezzi
il suo nome è cio che piu disprezzi
non vede più umani ma prede da ridurre in pezzi
adescati tra lunghi cipressi
di giorno si confonde tra di voi in mezzo alla folla
ma di notte si trasforma
l’altra faccia della luce è l’ombra

king -ssoluto delle peggio qualità terrene
finchè un giorno una sua preda scappa
il male contro il bene
dritto verso l’inferno
frate nulla è eterno
ogni stagione volge al temine
vale anche per l’inverno

il figlio del demonio
la sua fine senza encomio
tra sputi e insulti incatenato dentro un manicomio
tra farmaci e catene la fine di un serial k!ller
la storia del cannibale del letto zerocinque

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