telecomando - don diegoh lyrics
telecomando lyrics
[testo di “telecomando”]
[ritornello]
perché fai rumore mentre sto parlando?
cambiami l’umore col telecomando
dove cazzo sei? ti sto telefonando
confessa prima che te lo domando
tanto oramai sono passati da qui
i demoni, le fate e gli dei
tutti volevano una parte di te
io solo una da portare dai miei
[strofa 1]
grossi tatuaggi per uccidere i ricordi
seduto alla finestra mentre aspetto che ritorni
le vie della città, vene tagliate dalle lame
il cielo sputa sale, pioggia, sole, fame
luce ancora accesa, la cucina illuminata
nebbia, grosse nuvole di fumo tra le labbra
rime nella biancheria di un foglio che non parla
non parla
scendono nel cuore a cascata
siamo fuori ora come tutti i fruttaroli
alle quattro del mattino, in mezzo al gelo del mercato
come biker nella notte sopra lo stradone
come chi lavora all’estero ed a casa mai tornato
ora le emozioni sono il solo core business
meglio questo suono che le pillole di un blister
non per le conquiste, ma per non essere triste
perché non ci sto a restare in panca col mister
e questa roba “spigne” ancora come primo brown
è lontana dai tronisti, dagli sbirri e casapound
salva ragazzini dalle strade, rende uguali re e schiavi
so che più la fai, più impari
[pre*ritornello 1]
io con te restiamo due fari
due mari, due cuori nel party, due piatti ed un mic
due campari senza i bicchieri
due silenzi, due spari
nel cuore tra i ricordi più cari
[ritornello]
perché fai rumore mentre sto parlando?
cambiami l’umore col telecomando
dove cazzo sei? ti sto telefonando
confessa prima che te lo domando
tanto oramai sono passati da qui
i demoni, le fate e gli dei
tutti volevano una parte di te
io solo una da portare dai miei
[strofa 2]
ho fatto già sentire questo pezzo a mio fratello
mi ha detto: “non mi arrivano le strofe e il ritornello
ci sono troppi pochi contenuti e sai che in fondo
il motivo per cui tu continui a farlo è solo quello”
l’immagine di te l’ho coperta con la mente
era una città deserta, c’era poca gente
macchine ai semafori, spiccioli da un barbour
dio chiede l’offerta a chi lo cerca per miracoli
ci chiudono gli spazi, però chiedono il voto
ci vogliono a scattare foto, contemplare il vuoto
a scannarci per i saldi, mentre parliamo ai sordi
pensarmi è il tuo più bel regalo, non servono soldi
ti prego, prova tu a distruggere i tabù
ad avere sempre meno e impegnarti sempre più
a nascondere le accuse per ritornare su
quando c’hai certezze forti come case di bambù
[pre*ritornello 2]
io con te restiamo due fari
due mari, due cuori nel party, due piatti ed un mic
due campari senza i bicchieri
due silenzi, due spari
nel cuore tra i ricordi più cari
ho scritto il nome tuo sulle mie occhiaie
perché non ho dormito così tanto
però ti sto pensando così tanto
che per questo disco dovrei darti la siae
[ritornello]
perché fai rumore mentre sto parlando?
cambiami l’umore col telecomando
dove cazzo sei? ti sto telefonando
confessa prima che te lo domando
tanto oramai sono passati da qui
i demoni, le fate e gli dei
tutti volevano una parte di te
io solo una da portare dai miei
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