parole - demian - parole lyrics
(1 – mato)
dalla mia bocca alle tue labbra, l’aria si fa magma. non conta quanto si programma, resta propaganda..
provavo a darla vinta al karma, sì, ma chi comanda..? ..quando basta un mantra e un santo e crei una guerra santa
io, le mie, le lancio in cielo; volto coperto, kefia, vangelo quando colpiscono i tuoi scudi, sudi e loro fan gelo: scritte restano e pestano forte, non c’è morte in sorte se urli: “io c’ero!”
ma sì, la finzione regge l’ignoranza, è logico. se fossi pato, anziché mato, sarei patologico.. dal lato di chi ostenta un lato comico, con sempre meno amici perché quando è serio è scomodo
allegria, buongiorno a chi va via: appenditi i discorsi al collo, calca al cavalcavia. ressa, gente depressa innesca tachicardìa. sarà fango, sarò stanco, enrico iv: pazzia
(ponte)
non badare mai alla quantità, le parole valutale per la qualità: sono offeso dal peso teso alla falsità; resto coeso con chi ne ha compreso la gravità
..e tu, come usi le tue?
e tu, come usi le tue..?
(2 – demian)
mi sono sempre concentrato sul più timido particolare. clinico ad articolare, lirico all’auricolare: l’intimo è meglio di un coma etilico a un party locale.. limito al minimo ogni più tipico farsi notare per poi farne parlare..
..ma credi a ciò che dico? se a ogni p-sso del mio incedere mi contraddico..! tipo: il brivido che da ledere con le parole è un amico, è un livido in bilico tra il piacere ed il farmi del male: ed io l’ho fatto, è vero!
ma oggi si reclama più libertà di parola che libertà di pensiero; si arriva a credere a ciò che è detto più che a ciò che è dentro.. è il ciclico inganno cui cedere se vuoi farti votare
l’errore peggiore è pensare che una mezza verità non faccia una bugia per intero. ahi! sai che le motivazioni che dai servono a te, e rimarrai solo a credere che il falso è vero
(ponte)
spesso parlo prima di fare, ma ora si farà, perché di questo voglio parlare. non per avere qualcosa da dire, ma solo perché ho da dire qualcosa
ho parlato spesso prima di fare, ma ora si farà, perché di questo voglio parlare. non per avere qualcosa da dire, ma solo perché ho da dire.. e qualcosa da dare
(rit.)
dalla mia bocca alle tue labbra e infine, poi, alle penne: perché si parla sempre prima e dopo ci si pente
e poi si parla dopo di quello che è stato prima, e spesso è tardi, lo vedi dal cromo sulla pelle
dalla mia bocca alle tue labbra e, infine, poi alle penne: perché si parla sempre prima e dopo ci si pente..!
e poi si parlo dopo di quello che è stato prima, e spesso è tardi, lo vedi dal cromo sulla pelle!
dalla mia bocca alle tue labbra, e infine poi alle penne..
e tu, come usi le tue?
dalla mia bocca alle tue labbra, e infine poi alle penne..
e tu, come usi le tue?
perché si parla sempre prima e dopo ci si pente, dopo ci si pente.. perché si parla sempre prima, e dopo ci si pente..!
e tu, come usi le tue parole?
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