il silenzio tra le stanze - cancro lyrics
c’è una sola cosa che odio
e quella è il tuo amore per l’odio
odio il fatto che tu mi odiassi nonostante io continuassi ad amarti ed è per questo che ad oggi, non riesco a smettere di odiarti
dicono che i neonati sentano già da dentro la pancia
sentivo la tua mano, l’ombelico, accarezzare e attraverso il cordone ombelicale l’odio lo sentivo bussare
e senza scelta lo lasciavo entrare
l’odio durante i nove mesi divenne un prolungamento dell’arto
e la sete di mortе poi nacque durante il parto
da solo in quellе acque mi riempivo assomigliando a un cardo
poi nella culla ogni notte da solo, sentivo il suono delle tue ciabatte
ti vedevo arrivare accompagnato da una sagoma con le lacrime bianche come il latte
ci osservava entrambi con due paia d’occhi
finché una sera poi ti disse “per infettarlo basta che lo tocchi”
tu mi toccasti
ed entrambi i nostri spiriti divennero nefasti
l’orologio girò per non so quante volte
la prima, i miei primi passi
seconda, finalmente solo potevo mangiare i pasti
la terza in mezzo agli altri
la quarta a scuola in mezzo ai banchi
la quinta la notte dei tuoi 14 anni
respirare, una cosa naturale, quasi tanto quanto odiare
il tuo ginocchio sopra il petto e il tuo cuscino in faccia, mentre quella sagoma con le lacrime bianche mi immobilizzava gambe e braccia
ma poi entrò la mamma
e so che quel ricordo lo assecondi bene
e so che quel secondo lo ricordi bene
per me quel ricordo, per andare avanti, la mia ruota motrice
e fu in quel secondo che la mamma da mamma si trasformò in una fottuta salvatrice
non con l’ira ma col riso s’uccide, disse nietzsche
io metto insieme le due cose, congiunte al desiderio di vendetta;
qua non ci è rimasto molto, giusto il tempo di un’ultima sigaretta
e mentre il fumo colora i nostri respiri
per dimostrare a entrambi che siamo ancora vivi
gocce bianche scendono lungo le guance
come conferma che tra qualche istante
la morte di uno tra i due farà parlare il silenzio tra queste stanze
non ti darò il diritto di replica
perché gli ultimi battiti del tuo ormai marcio cuore saranno la mia preferita fonetica
qua l’odio è figlio dell’ira non figlio tuo
e al tuo funerale suonando la lira insieme all’odio formeremo un duo, e mentre il tuo corpo si dissangua
sappi che questo l’ho fatto per mamma
travolto da un turbinio di emozioni, alzai lo sguardo, davanti a me, sette sagome con lacrime di colori diversi, mi osservavano, immobili ed impassibili…
fino a che ad un certo punto, tutte insieme alzarono lo sguardo per ammirare qualcosa che si trovava alle mie spalle, con uno scatto, si inginocchiarono con la testa china
lentamente, mi voltai…
un’enorme sagoma, molto più alta delle altre e con lunghe lacrime grigie mi fissava
non riuscivo a muovermi
mi sfiorò la guancia con delicatezza ed eleganza, e disse soltanto con un n0bile inchino:
la paura è qui, per accompagnare tutti voi, lungo questa vita, chiamata cammino
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