mille vasche - blue virus lyrics
già lo odio ‘sto pezzo
mamma mia
ho dei problemi nella testa, fanno tutti: “tu, tu, tu!”
mi puntano il dito e forse qualcosa di più
così tanti demoni che quasi sembriamo una crew
non gridarmi: “blue, blue, blue” che buco tutti gli hatù
voglio far crescere tua figlia con la giusta dose di complessi
più sono complessi, più servono compresse
cresciamo ma siamo sempre gli stessi
col p-ssato da commessi e un futuro privo di feste
non sono incazzato, sorrido, fai come me, dai, su, sorridi
noterai che a entrambi mancano i morali e gli incisivi
non voglio bene più ai miei cari e manco ai loro amici
beviamo molinari in tutti ‘sti giorni festivi
lunedì è vacanza, martedì è vacanza
nel fine settimana non ho più manco una stanza
l’ho subaffittata all’ansia, porta la usa ragazza
facciamo un threesome e vediamo chi è il primo che -rg-sma
vengo da torino e ho avuto un’infanzia felice
è il domani che mi spaventa
mi manca il respiro quando vedo
che matchi pure la faccia con il culo e dici che il mondo tormenta
cuccioletto, mia fai pena, quasi piango
però ci ripenso ed esco di sera a bere tamango
io rappo, non ballo, non trappo
ho caldo, levati dal cazzo, anvedi come drinka anto
guarda quanta polvere, la uso e mi proteggo
così tanta che dopo che ho scritto manco leggo
so che mi potrebbe andare peggio
e se parli prima di sapere, io nemmeno mi offendo
mille vasche con gli arti legati
ma purtroppo non affogo
spero tu capisca un giorno
che quello che faccio non è un gioco
sento musica ambient alla cavallerizza
voglio bere una birra e mi p-ssi una rizla
odio anche me stesso, non faccio amicizia
questa qui mi piace, ma non mi si rizza
non ho un capo e se lo avessi gli rovinerei la vita
molestando sua figlia
con le foto della madre dentro ad un opel meriva
mentre lo succhia a un tipo, ma non è il padre di famiglia
sono il difetto di fabbricazione
il barbone che sbocca sopra il suo stesso pantalone
la prova materiale che la speranza si ammazza per impiccagione
punti troppi soldi su ogni mia canzone
solo perché il tuo cuore ha un posticino per il dolore
se gli p-ssa il languorino, poi vomita le parole
posso anche starti vicino, ma sto distante da ore
sto riempiendo il mio taccuino, soltanto con il tuo nome
ho appreso da papà che gli errori costano cari
e alle volte valgono anche il doppio di quanto li paghi
ho smesso di contarli, però so che sono vari
e ne ho lasciati nelle cl-ssi, negli androni, nei locali
tra la sicurezza di non farcela, con l’ansia di fallire
senza bagagli a mano prima di partire
per un posto dove so per certo che non mi tradite
però sento freddo e metto la sciarpa col clima mite
guarda quanta polvere, la uso e mi proteggo
così tanta che dopo che ho scritto manco leggo
so che mi potrebbe andare peggio
e se parli prima di sapere, io nemmeno mi offendo
mille vasche con gli arti legati
ma purtroppo non affogo
spero tu capisca un giorno
che quello che faccio non è un gioco
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